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Tratte dal Libro "Un Mistero senza fine" di Frà Alfonso Maria Parente
Vita di Padre Pio
Per quel che è la sua storia umana, egli nacque a Pietrelcina, un piccolo borgo medioevale a pochi chilometri da Benevento, il 25 maggio 1887.
La mamma, Maria Giuseppa de Nunzio, mentre si trovava nel podere di Piana Romana, fu colta improvvisamente dai dolori del parto; rientrata in tutta fretta a casa, alle cinque del pomeriggio diede alla luce Francesco, oggi gloria dell'Ordine dei Cappuccini e guida di molti fedeli, noto in tutto il mondo col nome di padre Pio.
Inizia così l'esistenza di un santo destinato a sconvolgere la vita di milioni di persone e di un testimone vivente della Passione di nostro Signore Gesù Cristo.
Quartogenito di sette figli, nacque in una famiglia molto semplice, non poverissima, che viveva delle proprie fatiche. I genitori, contadini che lavoravano i campi per soddisfare le esigenze quotidiane della numerosa prole, possedevano un piccolo podere vicino Pietrelcina, a Piana Romana, che rappresentava l'unico mezzo di sussistenza per loro.
Il giorno dopo la nascita padre Pio venne portato, alle cinque del mattino, presso il fonte battesimale della Chiesa di S. Anna, dal papa Grazio Forgione e dalla levatrice Formichella.Venne battezzato da don Nicolantonio Orlando con il nome di Francesco, in onore di S. Francesco d'Assisi, cui i suoi genitori erano molto devoti.
La mamma, Maria Giuseppa de Nunzio, mentre si trovava nel podere di Piana Romana, fu colta improvvisamente dai dolori del parto; rientrata in tutta fretta a casa, alle cinque del pomeriggio diede alla luce Francesco, oggi gloria dell'Ordine dei Cappuccini e guida di molti fedeli, noto in tutto il mondo col nome di padre Pio.
Inizia così l'esistenza di un santo destinato a sconvolgere la vita di milioni di persone e di un testimone vivente della Passione di nostro Signore Gesù Cristo.
Quartogenito di sette figli, nacque in una famiglia molto semplice, non poverissima, che viveva delle proprie fatiche. I genitori, contadini che lavoravano i campi per soddisfare le esigenze quotidiane della numerosa prole, possedevano un piccolo podere vicino Pietrelcina, a Piana Romana, che rappresentava l'unico mezzo di sussistenza per loro.
Il giorno dopo la nascita padre Pio venne portato, alle cinque del mattino, presso il fonte battesimale della Chiesa di S. Anna, dal papa Grazio Forgione e dalla levatrice Formichella.Venne battezzato da don Nicolantonio Orlando con il nome di Francesco, in onore di S. Francesco d'Assisi, cui i suoi genitori erano molto devoti.
L'infanzia
Trascorse una gioventù serena, un'infanzia normale, in un ambiente tranquillo e particolarmente cristiano.
La sua infanzia non fu caratterizzata da alcunché di particolare, nel senso che visse ordinariamente il quotidiano di tutti i ragazzi della sua età: frequentò la Chiesa, studiò, ebbe le prime esperienze di lavoro a seguito del padre nel podere di Piana Romana, però soprattutto si caratterizzò per il suo ardore "serafico" e per l'assiduita con cui partecipava alla Santa Messa e alla vita parrocchiale.
Era molto riservato nei suoi rapporti con gli amici; egli semplicemente preferiva separarsi dalla compagnia di quei ragazzi che erano soliti arricchire il loro linguaggio con parole licenziose, e, a volte, con bestemmie, giuramenti etc.. Ciò fece di lui un ragazzo schivo, ma non bigotto; anzi pare che fosse piuttosto pungente, mordace, ma la sua era una mordacia che gli derivava non dalla superbia, quanto piuttosto da un atteggiamento proprio dell'innocenza.
Il fatto di allontanarsi dalla sua cerchia di amici, sembra rispondere ad un'esigenza, più che di solitudine, di introspezione e meditazione in cui possiamo ravvisare i primi segni di una vocazione incipiente, di una chiamata di Dio che poi si manifesterà in maniera progressiva e potente attraverso gli anni.
La sua infanzia non fu caratterizzata da alcunché di particolare, nel senso che visse ordinariamente il quotidiano di tutti i ragazzi della sua età: frequentò la Chiesa, studiò, ebbe le prime esperienze di lavoro a seguito del padre nel podere di Piana Romana, però soprattutto si caratterizzò per il suo ardore "serafico" e per l'assiduita con cui partecipava alla Santa Messa e alla vita parrocchiale.
Era molto riservato nei suoi rapporti con gli amici; egli semplicemente preferiva separarsi dalla compagnia di quei ragazzi che erano soliti arricchire il loro linguaggio con parole licenziose, e, a volte, con bestemmie, giuramenti etc.. Ciò fece di lui un ragazzo schivo, ma non bigotto; anzi pare che fosse piuttosto pungente, mordace, ma la sua era una mordacia che gli derivava non dalla superbia, quanto piuttosto da un atteggiamento proprio dell'innocenza.
Il fatto di allontanarsi dalla sua cerchia di amici, sembra rispondere ad un'esigenza, più che di solitudine, di introspezione e meditazione in cui possiamo ravvisare i primi segni di una vocazione incipiente, di una chiamata di Dio che poi si manifesterà in maniera progressiva e potente attraverso gli anni.
I Demoni
Padre Pio fu mortificato, quasi calpestato, dalle forze del male, perché esse sapevano il bene che avrebbe compiuto durante la sua vita. Già alla tenera età di cinque anni il piccolo Francesco fu visitato e percosso dal demonio.
In modo particolare nella torretta di Pietrelcina, dove padre Pio visse per un certo periodo, lottava nottate intere contro il diavolo che si presentava sotto le più diverse sembianze.In una lettera del 1910 egli scrisse che "quei brutti ceffi sono venuti alle dieci di sera e se ne sono andati soltanto questa mattina; mi hanno trascinato per la stanza, mi hanno spogliato e mi hanno caricato di botte, però è venuto Gesù bambino a consolarmi"; in un'altra, facendo sempre riferimento alle lotte contro il maligno, affermò che "è venuto Gesù, mi ha raccolto dal nudo pavimento e mi ha rimesso a letto" ed in altri scritti raccontò delle visite consolatrici di S. Giuseppe e di S. Francesco dopo le notti passate a lottare con le forze del male. Le tentazioni erano così numerose da prostrarlo profondamente. Desiderava che gli fossero, piuttosto, cambiate dal Signore in dolori fisici, per il timore di commettere anche un solo peccato.
Una santità, dunque, straordinaria.
In modo particolare nella torretta di Pietrelcina, dove padre Pio visse per un certo periodo, lottava nottate intere contro il diavolo che si presentava sotto le più diverse sembianze.In una lettera del 1910 egli scrisse che "quei brutti ceffi sono venuti alle dieci di sera e se ne sono andati soltanto questa mattina; mi hanno trascinato per la stanza, mi hanno spogliato e mi hanno caricato di botte, però è venuto Gesù bambino a consolarmi"; in un'altra, facendo sempre riferimento alle lotte contro il maligno, affermò che "è venuto Gesù, mi ha raccolto dal nudo pavimento e mi ha rimesso a letto" ed in altri scritti raccontò delle visite consolatrici di S. Giuseppe e di S. Francesco dopo le notti passate a lottare con le forze del male. Le tentazioni erano così numerose da prostrarlo profondamente. Desiderava che gli fossero, piuttosto, cambiate dal Signore in dolori fisici, per il timore di commettere anche un solo peccato.
Una santità, dunque, straordinaria.
Il Nivoziato
Nella casa di noviziato di Morcone, dove padre Pio entrò nell'Ordine dei Cappuccini, c'era un cartello con la scritta: "O penitenza o morte!". In una sua lettera egli scriverà a proposito dei frati che vivevano in quel convento :" Qui si fa sul serio", riferendosi all'asprezza della vita consacrata cappuccina.
Certamente padre Pio si adeguò benissimo a quella vita; evidentemente aveva una inclinazione naturale al sacrificio: più che un dono di natura, un dono di grazia; anzi, tutta la sua vita va intesa alla luce del sacrificio e del senso vittimale della propria esistenza, della propria offerta a Dio.
Narrano le cronache cappuccine del tempo che il giovane frate era osservante della vita regolare, era molto devoto e coltivava soprattutto la sua vita di pietà e di preghiera in maniera non soltanto commossa, perché padre Pio pregava in lacrime nella considerazione della Passione e dei misteri di fede, ma che commuoveva chi si trovava ad osservare quel giovane frate così devoto.
Certamente padre Pio si adeguò benissimo a quella vita; evidentemente aveva una inclinazione naturale al sacrificio: più che un dono di natura, un dono di grazia; anzi, tutta la sua vita va intesa alla luce del sacrificio e del senso vittimale della propria esistenza, della propria offerta a Dio.
Narrano le cronache cappuccine del tempo che il giovane frate era osservante della vita regolare, era molto devoto e coltivava soprattutto la sua vita di pietà e di preghiera in maniera non soltanto commossa, perché padre Pio pregava in lacrime nella considerazione della Passione e dei misteri di fede, ma che commuoveva chi si trovava ad osservare quel giovane frate così devoto.
Convento di Morcone
II 6 gennaio 1903, padre Pio arrivò nel convento di Morcone per trascorrere l'anno di noviziato. Dopo qualche settimana di preparazione, il 22 gennaio 1903 vestì l'abito cappuccino e gli fu imposto dal padre Maestro,
Tommaso da Monte S. Angelo, il nome di fra' Pio. Per un anno intero svolse qui la sua vita da novizio.
Il periodo di noviziato è un anno fondamentale; è un anno in cui si apprende la vita religiosa, la si apprezza, si fa esperienza e poi si sceglie se abbracciarla o meno. Durante il periodo di preparazione, fra' Pio fu perfetto in tutto e non diede mai motivo a castighi o a riprensioni. Emise i voti semplici il 22 gennaio 1904: per padre Pio, fu l'inizio di una strada che lo porterà alle vette della santità.
Tommaso da Monte S. Angelo, il nome di fra' Pio. Per un anno intero svolse qui la sua vita da novizio.
Il periodo di noviziato è un anno fondamentale; è un anno in cui si apprende la vita religiosa, la si apprezza, si fa esperienza e poi si sceglie se abbracciarla o meno. Durante il periodo di preparazione, fra' Pio fu perfetto in tutto e non diede mai motivo a castighi o a riprensioni. Emise i voti semplici il 22 gennaio 1904: per padre Pio, fu l'inizio di una strada che lo porterà alle vette della santità.
Lo Studentato
Tre giorni dopo, padre Pio partì per lo studentato di Sant'Elia a Pianisi. Qui si applicò con diligenza e scrupolo agli studi superiori, nonostante le sofferenze dovute alle precarie condizioni di salute che sin dalla giovane età resero tribolata la sua esistenza. Proprio a causa della salute malferma, il giovane padre Pio ritornò per brevi periodi a Pietrelcina, dove continuò la sua formazione studiando le discipline previste e seguito, da lontano, dai superiori. Il suo luogo preferito di studio divenne Piana Romana, nel podere familiare. A S. Elia a Pianisi ritornò il 27 gennaio 1907 per pronunziare i voti solenni. In tale occasione, nel giuramento, dichiarò di considerarsi "legato per sempre con i voti dell'Ordine dei Cappuccini, sotto la regola del Serafico padre San Francesco d'Assisi, a solo e unico fine di attendere al bene dell'anima e dedicarmi intier amente al servizio di Dio". Intanto, a metà aprile, fu costretto a sottoporsi a visita militare, compito cui, a quel tempo, neppure i religiosi potevano sottrarsi. Dopo una lunga serie di licenze e di richiami, fu esonerato per le sue condizioni di salute con la diagnosi di "broncoalveolite doppia agli apici polmonari".
Completati gli studi di filosofia, nell'ottobre del 1907, si trasferì nel convento di Serracapriola per intraprendere quelli teologici. In tale occasione conobbe il frate che dal 1922 sarebbe subentrato a padre Benedetto nella sua direzione spirituale: padre Agostino Daniele da San Marco in Lamis. La salute malferma lo costrinse, ancora una volta, a fare il pendolare tra convento e Pietrelcina. Il 19 dicembre 1908, gli furono conferiti gli Ordini Minori da mons. Benedetto Bonazzi e due giorni dopo fu ordinato suddiacono. Infine fu ordinato diacono il 18 luglio 1909.
I mesi trascorsero tra crisi e dolori che spesso lo costringevano a sospendere tutte le attività; lui, però, reagiva con forza al suo destino di sofferenza, impegnandosi il più possibile per realizzare il desiderio di diventare sacerdote. Preoccupato di morire anzitempo, padre Pio chiese al suo superiore, padre Benedetto, di ottenere una dispensa che gli permettesse di essere consacrato sacerdote prima del compimento dei 24 anni, limite previsto dalle disposizioni canoniche allora vigenti. Il superiore acconsentì alla richiesta e ottenne la dispensa da parte della Santa Sede motivata dai problemi di salute.La tanto anelata ordinazione sacerdotale avvenne il àorno 10 agosto 1910. nel sacello dei canonici del duomo di Benevento: per padre Pio fu la realizzazione del sogno che aveva desiderato da sempre. Alla cerimonia fu presente anche la mamma Giuseppa: non così il padre, assente in quel giorno così importante, perché in America, dove si era recato spinto dal bisogno di procurarsi il denaro per fare studiare il figlio.
Completati gli studi di filosofia, nell'ottobre del 1907, si trasferì nel convento di Serracapriola per intraprendere quelli teologici. In tale occasione conobbe il frate che dal 1922 sarebbe subentrato a padre Benedetto nella sua direzione spirituale: padre Agostino Daniele da San Marco in Lamis. La salute malferma lo costrinse, ancora una volta, a fare il pendolare tra convento e Pietrelcina. Il 19 dicembre 1908, gli furono conferiti gli Ordini Minori da mons. Benedetto Bonazzi e due giorni dopo fu ordinato suddiacono. Infine fu ordinato diacono il 18 luglio 1909.
I mesi trascorsero tra crisi e dolori che spesso lo costringevano a sospendere tutte le attività; lui, però, reagiva con forza al suo destino di sofferenza, impegnandosi il più possibile per realizzare il desiderio di diventare sacerdote. Preoccupato di morire anzitempo, padre Pio chiese al suo superiore, padre Benedetto, di ottenere una dispensa che gli permettesse di essere consacrato sacerdote prima del compimento dei 24 anni, limite previsto dalle disposizioni canoniche allora vigenti. Il superiore acconsentì alla richiesta e ottenne la dispensa da parte della Santa Sede motivata dai problemi di salute.La tanto anelata ordinazione sacerdotale avvenne il àorno 10 agosto 1910. nel sacello dei canonici del duomo di Benevento: per padre Pio fu la realizzazione del sogno che aveva desiderato da sempre. Alla cerimonia fu presente anche la mamma Giuseppa: non così il padre, assente in quel giorno così importante, perché in America, dove si era recato spinto dal bisogno di procurarsi il denaro per fare studiare il figlio.